di MARCO DI GRAZIA
Buenos Aires, fine anni ’50. Una fredda notte d’inverno. Juan è in casa sua e sta giocando a carte con tre amici. Nelle stanze attigue la moglie e la figlia dormono.
La serata scorre tranquilla, fra chiacchiere, giocate più o meno improbabili, finti litigi fra amici, musica e notiziari alla radio. Poi i quattro si accorgono che ha cominciato a nevicare.
Ma… attenzione! E’ una strana neve quella che sta cadendo giù: è… sembra fosforescente. I fiocchi di neve emanano una strana luce azzurrina.
Ma non è tutto qui, anzi, siamo solo all’inizio, perché i quattro amici si accorgono quasi subito che c’è qualcosa di terribile in quella strana neve: le persone, appena vengono toccate da quei fiocchi, cadono a terra.
Senza vita.
Persone e animali.
I quattro osservano dalla finestra e vedono con angoscia quello spettacolo di morte che si ingigantisce sempre più di fronte ai loro occhi.
Una morte terribile sta scendendo dal cielo sotto forma di fiocchi di neve fosforescenti.
Questo è l’inizio di uno dei più straordinari romanzi del novecento: l’Eternauta, scritto da Hector Oesterheld e disegnato da Francisco Solano Lopez.
Eh già, disegnato, perché di romanzo a fumetti, si tratta. Una delle più belle narrazioni che questo medium ha saputo offrirci, per mano di uno degli autori più grandi e visionari.
Hector Oesterheld era nato nel 1919 e fin da giovane aveva seguito la sua naturale propensione alla narrazione, diventando, in breve tempo, uno degli scrittori più importanti del panorama argentino per quanto riguarda le historietas.
Ma la notorietà mondiale arrivò grazie a questo romanzo bellissimo e visionario, l’Eternauta, appunto, che descrive una invasione aliena che comincia proprio con questa nevicata, provocata dagli invasori, per, diciamo così, “sfoltire” le fila di coloro che si avviavano a essere conquistati.
Un romanzo lungo e appassionante, tratteggiato dalla matita di Solano Lopez, in cui il geniale autore vedeva più in là del suo tempo, vedeva una società appiattita e ridotta all’obbedienza cieca.
Come succede nelle dittature. Come sarebbe successo in Argentina da lì a poco.
Come, forse, Oesterheld aveva profetizzato.
La trama dell’Eternauta rimanda a tanto di ciò che in quel paese e non solo si vide negli anni successivi.
Oesthereld non si fermò a quel romanzo, scrisse tanto e accompagnandosi a grandi collaborazioni, fra cui la più importante è quella con Alberto Breccia, uno dei più bravi illustratori e disegnatori del pianeta.
Proprio Breccia ebbe il compito di ridisegnare la sceneggiatura dell’Eternauta; era la fine degli anni ’60 e Oesterheld aveva deciso di enfatizzare la parte politica e la critica ai regimi dittatoriali.
Non solo: Oesterheld e Breccia, anzi, e i Breccia: Alberto e suo figlio Enrique, furono gli autori di un altro splendido romanzo grafico: “Che”. Ed è pleonastico dire di chi parlava.
Arriviamo così agli anni ’70 e al colpo di stato del generale Videla. Ai desaparecidos, al cancellamento di una generazione di giovani che si ribellavano alla dittatura. E non solo dei giovani, perché anche Hector Oesterheld subì la stessa sorte. Anche lui oggi rientra fra le tante persone che scomparvero e furono uccise. E per poco anche Alberto Breccia non subì lo stesso trattamento, in quanto fu costretto a… ma lo lasciamo dire a lui.
Chi produce sotto dittatura riflette per forza la situazione politica. È stato pubblicato un libro su di me durante la fase peggiore della dittatura. Se nelle bibliografia fosse stato citato il libro sul “Che” sarei scomparso anch’io.
Hector era stato ucciso, l’editore del libro era stato ucciso, io fui minacciato telefonicamente; due case del mio quartiere saltarono in aria. Anche Enrique fu minacciato.”
Cosa poteva fare Alberto Breccia in questa situazione? Distrusse tutte le copie del libro, distrusse tutte le sue splendide tavole originali e conservò solo una copia. Solo una copia di quel libro dedicato a Che Guevara, che sotterrò in un campo vicino a casa. E che recuperò solo parecchi anni dopo, nel 1987, e la consegnò a un editore spagnolo. Così quel libro venne finalmente alla luce.
Quello che non venne alla luce, in quel 1978, fu invece la ferocia dei militari argentini. Quel 1978 in cui i lupi si erano mascherati da agnelli. In quel 1978 che, a tutti noi, associato all’Argentina vuol dire Mundial. Vuol dire Rossi e Bearzot, vuol dire la finale mancata di poco dall’Italia, vuol dire quell’incredibile (ma non troppo) “biscotto” che permise all’Argentina di andare in finale. E quel palo di Rob Rensembrink a un minuto dal novantesimo, che avrebbe potuto far cambiare la storia. Se non di un paese, almeno di una competizione vergognosa che qualcuno dovrebbe prendersi la briga di cancellare.
Così come furono cancellati migliaia e migliaia di donne e uomini, più o meno giovani, che a quel regime dicevano di no!, e che a quel regime si opponevano con quello che potevano. Anche con delle storie a fumetti.
Come fece Hector Oesterheld, che oggi possiamo ricordare come il suo personaggio più famoso, come un Eternauta, un pellegrino del tempo, che rincorre i secoli e le coscienze per farci sapere che se anche cade dal cielo una neve letale, in qualche modo si può e si deve trovare il modo per non farsi uccidere e per renderla innocua.