HENRIK LARSSON: “non mollare MAI !”

di CRISTIAN LAFAUCI

larsson 1

La vita talvolta prende delle traiettorie imprevedibili , segue dei percorsi impensabili , che a prima vista possono apparire senza senso .

Uno di questi parte da Lione per giungere a Parigi.

Sembrerebbe il nome di una di quelle grandi classiche del ciclismo tra freddo , fango e pavé ; invece è legata al destino e alla carriera di un calciatore , di padre capoverdiano e madre svedese , il cui percorso professionale lo ha portato dalla Svezia dall’Olanda e dalla Scozia alla Spagna

Strano , vero ? probabilmente sì , ma il bello della vita è proprio quello…

” È stata una bella soddisfazione andare al Celtic ; lo ricordo ancora come se fosse adesso : luglio 97 .

I 4 anni precedenti , nel Feyenoord , erano stati molto positivi per me : ero cresciuto tecnicamente , poi con la nazionale avevamo colto un terzo posto ai mondiali del 94 ; mi brucia ancora per la semifinale persa contro il Brasile , ci eravamo battuti come meglio non avremmo potuto….però , pazienza ! avevamo comunque raggiunto un grande risultato .

Stavo bene in Scozia , molto bene : c’era un buon rapporto con gli altri compagni di squadra , ma anche con i tifosi , la gente ; cominciavo a capire quando mi dicevano che il Celtic è molto di più di una semplice squadra di calcio….

Stavo facendo bene : nel 98 avevamo vinto il campionato e il Celtic Park era un’unica marea verde festante ; tutto procedeva per il meglio !

Lo ammetto : mi sarebbe piaciuto potermi misurare nella Premier League inglese , in fondo però non mi potevo certo lamentare , la mia carriera finora era lusinghiera .

Poi è arrivata quella serata a Lione….quella me la ricorderò finché campo , e non è affatto piacevole.

E pensare che quell’edizione di coppa uefa , la 99 / 2000 , era iniziata bene per noi : avevamo vinto il turno preliminare in Galles e il primo turno in Israele ; ora ci sarebbe toccato il Lione , cliente difficile , erano una buona squadra , avremmo dovuto sudare per qualificarci , ma potevamo farcela ; in attacco poi stava a me capitalizzare al massimo i palloni che sarebbero arrivati ; ma non è un problema , è il mio ruolo , e come si fa goal , modestamente , lo so piuttosto bene .

Invece è andato tutto da schifo , è diventato un dramma : erano passati appena una decina di minuti e stavo cercando di raggiungere il pallone , col difensore che tentava di contrastarmi , eravamo affiancati , le gambe sono venute a contatto , hanno fatto leva ed è stato un dolore tremendo , qualcosa che non auguro a nessuno…

larsson infortunio

Come se non bastasse , il vedermi la gamba sinistra spezzata , mi ha mandato nel panico : altro che calcio ! in quei momenti avevo addirittura paura di non poter tornare a camminare come prima…

La diagnosi è stata impietosa : frattura alla gamba sinistra in due punti , rottura di tibia e perone .

I medici me lo hanno detto : sarei potuto tornare a giocare , e questo era già un sollievo , ma ci sarebbe voluto del tempo .

E il tempo è passato ; mi ero dato questo obiettivo e ogni sforzo , per minimo che fosse , ogni progresso era finalizzato al tornare in campo .

Con la maglia del Celtic ovviamente : la società , i compagni , i tifosi , tutti aspettavano di vedermi tornare al mio posto , e non importava quanto ci volesse , io dovevo solo fare la mia parte e recuperare al meglio .

Lo ammetto : tutto questo mi ha fatto un gran bene , mi ha dato quella forza , quella spinta in più per riprendermi completamente , per affrontare riabilitazione , fisioterapia , rieducazione e riacquistare la forma migliore .

Quante sere , prima di addormentarmi , ripensavo a cosa sarebbe stato , a quale emozione poteva essere quando sarei tornato , finalmente , a vestire quella maglia a righe biancoverdi con il numero 7.

E quel momento è giunto : nella stagione 2000 / 2001 ; è stata un ‘ emozione forte , ed allo stesso tempo , fantastica , come un nuovo esordio , quasi una rinascita ; tutto era alle spalle , il dolore , la paura , la preoccupazione , il duro lavoro per tornare quello di un tempo , l’ansia di arrivarci prima possibile .

Tutto era passato , come un brutto sogno , da cui ci si sveglia all’improvviso ; subito il cuore va a mille , poi ci si scorda tutto e si va avanti .

Io mi ero svegliato , ero andato avanti , mi ero rimesso la maglia numero 7 e mi sono commosso quando , appena sceso in campo , ho sentito il boato del Celtic Park che mi salutava .

E io allora sentivo di volerli ripagare per tutto dell’affetto e quell’attesa , e l’ho fatto nella maniera che mi riusciva più naturale : a suon di goal .

A fine agosto abbiamo disputato il derby contro i Rangers , e giocavamo in casa ; quel giorno la squadra è stata perfetta e pure io ero in gran forma : le gambe giravano che era una meraviglia .

Poi Sutton protegge quel pallone nella metà campo avversaria e serve me che stavo avanzando ; ho accelerato , tagliando in diagonale e ho saltato due difensori che mi si sono parati davanti ; al limite dell’area , vedo il portiere fuori dai pali e lo metto fuori causa con un pallonetto di destro .

E li è stata una festa : la gente sugli spalti che esultava , io che correvo per il campo fino a che i compagni non mi hanno placcato per abbracciarmi ; non è stato ne il primo ne l’ultimo goal che ho segnato ai Rangers , ma la soddisfazione che ho provato in quel momento era da autentico stato di grazia : il peggio era passato e potevo finalmente gioire .

larsson celtic

E sono giunte le vittorie dei campionati , le coppe di Scozia , la scarpa d’oro per i 35 goal realizzati nel 2000 / 2001 , quindi , nel 2003 , ho pensato che la vita mi stesse per restituire quello che mi aveva tolto anni prima .

Quell ‘ anno , in coppa uefa eravamo stati grandiosi ; si , proprio quella coppa uefa dove mi ero spaccato una gamba anni prima ; in semifinale avevamo eliminato il Boavista e ci saremmo giocati la coppa contro un’altra squadra portoghese , vale a dire il Porto .

Sapevamo che la squadra di Mourinho era molto forte , ma l’entusiasmo era comunque tanto ; a Siviglia , da subito , siamo tornati coi piedi per terra : quel Porto era davvero un pessimo cliente , giocatori giovani , pieni di carica agonistica , ottimi palleggiatori e correvano come dei razzi .

Io ci ho provato con una punizione nel primo tempo : forte e nello specchio , ma ci voleva altro per battere un portiere come Baia .

Invece loro erano straripanti , sfondavano da tutte le parti , finché alla fine del tempo , all’ennesima occasione respinta dal nostro portiere , sulla ribattuta passano in vantaggio

Poteva essere il tracollo , invece a inizio ripresa , manovriamo in attacco , parte un lungo cross che taglia tutta l’area , io ci provo e colpisco di testa a incrociare dentro l’area piccola , il pallone attraversa la porta colpisce il palo ed entra.

Avevamo raddrizzato la gara ma per il Porto non sembrava fare alcuna differenza : infatti tornano a spingere e dopo neanche una decina di minuti , una palla filtrante buca la nostra difesa e il loro attaccante va a segno .

Per fortuna non ci siamo persi d’animo e abbiamo reagito : un paio di minuti dopo ,su calcio d’angolo mi hanno lasciato libero di colpire di testa al centro dell’area e sono riuscito a mettere nel sacco il goal del 2 – 2 .

Non avrei mollato per nessuna ragione : nonostante tutto quello che mi era capitato , ero li a giocarmela e avevo pure realizzato una doppietta ; avrei fatto di tutto perché non fosse stato invano .

Abbiamo portato il match ai supplementari e quello era già qualcosa ; purtroppo dopo pochi minuti , un nostro difensore viene espulso per aver steso un avversario a centrocampo .

Eravamo stanchi , con un uomo in meno e gli altri ne avevano , obiettivamente , di più ; poco da dire…

Infatti , a cinque minuti dalla fine , sfruttano al meglio un nostro errore e ci fanno il terzo .

Sentivo una grande amarezza per quella sconfitta : sapevo benissimo che spesso la vita non ha il lieto fine come le favole , che anche se ti è andata male prima , non è detto che debba andarti meglio dopo ; tuttavia ci speravo tanto : credo sia umano e non conosco nessuno che non abbia sperato di prendersi una bella rivincita dalle amarezze della vita.

È stata davvero una sorpresa quando , nell’estate 2004 , è arrivata l’offerta del Barcellona : in Scozia sono sempre stato magnificamente , ma una chiamata del Barca non è cosa da tutti i giorni , tanto più che io avevo già 33 anni .

larsson barca

L’inizio è stato positivo : tre reti in campionato e una in Champions , proprio a Glasgow , proprio contro il Celtic ; quella volta proprio non me la sono sentita di esultare , avevo trascorso li sette anni della mia vita , era stata la mia casa , ero tornato da avversario , ma loro mi avevano riservato un’accoglienza come a uno di famiglia ; scusate , ma di festeggiare quel goal , davvero non era il caso….

Ma , tanto per cambiare , il peggio doveva ancora venire : giochiamo in campionato contro il Real e mi capita un altro infortunio ; me ne accorgo subito che è qualcosa di grave .

Rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro e lesione del menisco : stavolta è finita .

Non sono più un ragazzino e anche qui i tempi di recupero sono lunghi ; la società ha fatto un bel gesto nei miei confronti e mi ha prolungato il contratto fino al giugno 2006 ; poco alla volta , lo scoramento e la rassegnazione si diradano , e comincia a farsi strada un’idea nella mia testa : voglio provarci , voglio tornare , anche solo per dimostrare che a tutta questa sfortuna non gliela voglio dare vinta ; proviamoci , non ho niente da perdere ! poi vada come vada…

Passano i mesi , ancora una volta tutta quella lunga trafila delle terapie riabilitative , ma quello che conta è che all’inizio della stagione seguente , sono pronto a ripartire .

Intanto , l’anno scorso abbiamo vinto la Liga , quindi ci sarà pure da giocare la Champions ; lo so bene che di talenti , anche più forti di me , ne abbiamo in abbondanza , però già che sono qui , e che ho superato pure questa , voglio giocarmi ogni singola possibilità che mi verrà concessa .

L’annata si dimostra più che positiva : gioco , segno anche qualche rete ( che non guasta mai…) e vinciamo di nuovo il campionato ; potrei già ritenermi soddisfatto , in fondo , già esserne stato protagonista , per come si erano messe le cose , è un gran traguardo…

Solo che siamo arrivati anche in finale di Champions e l’idea di potervi prendere parte , sarebbe qualcosa di unico .

Alla vigilia , il mister , Rijkaard , mi comunica che partirò dalla panchina : ci sono rimasto male , è vero , ma lo posso capire , non gliene faccio certo una colpa , poi non si sa mai…

La sera del 17 maggio , a Parigi , assisto al primo tempo dalla panchina : stiamo giocando una buona partita , ma sul finale di frazione è l’Arsenal a passare in vantaggio con un colpo di testa di Campbell ; non ci voleva , è un film che ho già visto , e non vorrei proprio riviverlo di nuovo .

Inizia la ripresa , ma la musica non cambia , anzi ci manca poco che Henry ci faccia anche il secondo , in più si è messo a piovere forte….

Poco prima del quindicesimo , Rijkaard viene da me e mi dice di iniziare a scaldarmi che mi fa entrare : è una scarica di adrenalina incredibile ; appena entro penso solo che non voglio che finisca come tre anni fa a Siviglia , non deve finire così , se esiste un minimo di giustizia , non può finire così .

Invece i minuti passano e il risultato non si schioda , e io a ripetermi in testa che non può finire così…

Manca un quarto d’ora , stiamo spingendo , parte un pallone in profondità e io scatto verso il limite dell’area per raggiungerlo , intanto vedo con la coda dell’occhio che sta arrivando Eto’ o da dietro , così , appena raggiungo la sfera , gliela prolungo per lui con l’interno destro ; Samuel entra in area e batte il portiere : 1 -1 , lo sapevo che non poteva finire così !

Quel goal ci toglie la stanchezza e continuiamo a spingere : cinque minuti dopo , Belletti manovra sulla trequarti d’attacco , vede che mi sto smarcando nell’area avversaria e mi serve , solo che il pallone non è proprio perfetto e rischia di finire sul fondo .

Mi allungo e riesco a stopparlo col sinistro , ma ormai sono troppo defilato , così vado verso il corner e mi porto dietro il difensore ; all’improvviso mi giro e sempre di sinistro , servo Belletti che si era portato in avanti ed era dentro l’area : lui controlla e batte per la seconda volta Lehmann ; ora ne sono convinto : stavolta non finirà così !

Infatti le lacrime non sono state di delusione ma di gioia ; ci sono stati gli abbracci , la premiazione e il giro di campo con la coppa appena vinta .

E mentre ero li sul terreno a festeggiare , mi è passato davanti tutto : le speranze , le sofferenze , i ritorni , le occasioni perdute , fino ad arrivare al trionfo che mi stavo godendo .

Per un istante ho anche pensato che in fin dei conti , Lione , in linea d’aria , non era poi così distante ; ma un attimo dopo , mi sono reso conto che , ormai , era lontano anni luce da me , era il classico brutto sogno di cui parlavo prima , e stavolta mi ero davvero risvegliato , definitivamente , e che risveglio ! con una Champions League tra le mani , sotto il cielo di Parigi….”

 

Per chiudere un MERAVIGLIOSO documentario della BBC dedicato interamente a questo grande e mai domo campione.

 

Autore: remogandolfi

Amo gli ultimi. Quelli spesso perdenti, autodistruttivi, sfigati fino all'inverosimile. Qui proverò a raccontare qualche piccola storia dei tanti che ho amato, nello sport, nella musica e nel cinema. Accompagnato da tanti amici con le mie stesse passioni.

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