di LISA AZZURRA MUSETTI
Tu leggi una sua lettera, sai che ti aspetta negli Stati Uniti dove tu dovrai recarti per combattere sul ring contro un certo “Toro Scatenato” Jack La Motta.
È la tua amante, si amante, perché tu hai una moglie e tre figli. Ti chiede di non prendere la nave, ci metteresti troppo ad arrivare, di prendere l’aereo perché lei senza di te non sa stare…e viceversa.
Lo prendi quell’aereo, il 28 Ottobre 1949, ma da lei non ci arriverai mai, perché l’aeromobile in questione si inabisserà al largo delle isole Azzorre senza lasciare superstiti. Hai solo trentatrè anni e tutta una vita davanti, fatta di vittorie e k.o.
Ma nulla si può contro il Fato.
Sembra la trama di un film strappalacrime se non fosse che tu sei uno dei più importanti pugili della storia europea, Marcel Cerdan, e lei una delle più famose interpreti del secolo passato Edith Piaf.
Inizia dalla fine questa “Storia Maledetta”.
Marcel nasce in Algeria da una famiglia di origine francese ma quando ha otto anni la sua famiglia si trasferisce a Casablanca dove lui inizia ad avvicinarsi al pugilato.
Dieci anni più tardi esordisce nell’ambito della boxe professionistica, conquista tutto il panorama del pugilato europeo e il 21 settembre del 1949, al Roosevelt Stadium di Jersey City, il grande campione Tony Zale non rispose al richiamo della dodicesima campana, terminando il più lungo dominio sui pesi medi della storia e cedendo la cintura mondiale ad un francese per la prima volta dai tempi di Marcel Thil.
Se questa è la sua vittoria più importante quella del Giugno 1949 è la sua sconfitta più cocente. Contro Jack La Motta combatte per ben dieci folli round con una spalla slogata, prima di gettare inevitabilmente la spugna. Ma la rivincita la vuole. Lo sa benissimo anche Edith che è fra il pubblico e che ha il cuore spezzato nel vedere il suo amore così sofferente.
Lui torna in Europa per prepararsi alla rivincita.
Quelli così non ci stanno a perdere, neppure davanti ai “tori scatenati”.
Poi arriva la sua lettera, la decisione di prendere l’aereo invece che la nave e che segnerà il suo destino, ma non solo, comprometterà per sempre la mente già fragile della Piaf, che mai si lascerà alle spalle il senso di colpa per essere stata lei a chiedergli di prendere quel volo.
Però…però caro Marcel, lei dieci anni dopo scriverà e ti dedicherà una delle più belle canzoni d’amore di tutti i tempi: “Hymne a l’amour”.
Ed ogni volta che qualcuno l’ascolta ricorda la tua forza sul ring e la tua audacia in amore.
Perché a volte anche l’amore può essere maledetto.
È la tua amante, si amante, perché tu hai una moglie e tre figli. Ti chiede di non prendere la nave, ci metteresti troppo ad arrivare, di prendere l’aereo perché lei senza di te non sa stare…e viceversa.
Lo prendi quell’aereo, il 28 Ottobre 1949, ma da lei non ci arriverai mai, perché l’aeromobile in questione si inabisserà al largo delle isole Azzorre senza lasciare superstiti. Hai solo trentatrè anni e tutta una vita davanti, fatta di vittorie e k.o.
Ma nulla si può contro il Fato.
Sembra la trama di un film strappalacrime se non fosse che tu sei uno dei più importanti pugili della storia europea, Marcel Cerdan, e lei una delle più famose interpreti del secolo passato Edith Piaf.
Inizia dalla fine questa “Storia Maledetta”.
Marcel nasce in Algeria da una famiglia di origine francese ma quando ha otto anni la sua famiglia si trasferisce a Casablanca dove lui inizia ad avvicinarsi al pugilato.
Dieci anni più tardi esordisce nell’ambito della boxe professionistica, conquista tutto il panorama del pugilato europeo e il 21 settembre del 1949, al Roosevelt Stadium di Jersey City, il grande campione Tony Zale non rispose al richiamo della dodicesima campana, terminando il più lungo dominio sui pesi medi della storia e cedendo la cintura mondiale ad un francese per la prima volta dai tempi di Marcel Thil.
Se questa è la sua vittoria più importante quella del Giugno 1949 è la sua sconfitta più cocente. Contro Jack La Motta combatte per ben dieci folli round con una spalla slogata, prima di gettare inevitabilmente la spugna. Ma la rivincita la vuole. Lo sa benissimo anche Edith che è fra il pubblico e che ha il cuore spezzato nel vedere il suo amore così sofferente.
Lui torna in Europa per prepararsi alla rivincita.
Quelli così non ci stanno a perdere, neppure davanti ai “tori scatenati”.
Poi arriva la sua lettera, la decisione di prendere l’aereo invece che la nave e che segnerà il suo destino, ma non solo, comprometterà per sempre la mente già fragile della Piaf, che mai si lascerà alle spalle il senso di colpa per essere stata lei a chiedergli di prendere quel volo.
Però…però caro Marcel, lei dieci anni dopo scriverà e ti dedicherà una delle più belle canzoni d’amore di tutti i tempi: “Hymne a l’amour”.
Ed ogni volta che qualcuno l’ascolta ricorda la tua forza sul ring e la tua audacia in amore.
Perché a volte anche l’amore può essere maledetto.
“Se un giorno la vita ti dovesse portare lontano da me
Se muori lontano da me
Poco me ne importa se mi ami
Perché anch’io morirei
avremo per noi l’eternità
nel blu di tutta l’immensità
nel cielo non avremo più problemi.”
Se muori lontano da me
Poco me ne importa se mi ami
Perché anch’io morirei
avremo per noi l’eternità
nel blu di tutta l’immensità
nel cielo non avremo più problemi.”
– Hymne a l’amour; Edith Piaf-