ANTOINE DE SAINT EXUPERY: … ho sempre avuto un sogno …

di CRISTIAN LAFAUCI

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I medici a riguardo, sono stati piuttosto categorici : dicono che quando sono precipitato con l’aereo nel deserto , a causa del caldo e della crescente disidratazione , quello che ho visto è stato un sogno , un’allucinazione ; nulla più…. Possono raccontarmi quello che vogliono , ma io ne sono certo : quel bambino dai capelli color dell’oro , lo l’ho visto ; era reale quanto lo sono io e lo siete voi…. E quell’incontro , tanto fortuito quanto magnifico , ha segnato senza appello la mia esistenza . Riconosco di essere sempre stato un tipo particolare : già dai tempi del collegio , mi definivano un bambino introverso e malinconico ; allo stesso modo però mi riconoscevano di essere assai fantasioso .

Probabilmente fu anche quella dose di fantasia ad accendere in me la voglia di realizzare un sogno : quello di volare ! Quello spazio , ovvero i cieli , precluso per natura all’uomo , era diventato il mio obiettivo ; del resto , se uno ha un sogno , nulla gli è vietato ; tanto meno di spiccare il volo . Nel 1921 mi arruolai nel 2 ° reggimento di aviazione , di stanza a Strasburgo : da lì a poco , il brevetto di pilota , prima civile e poi militare , ne fu la conseguenza . E vi assicuro , anche se vi potrà sembrare un’ovvietà , che quando sei in cielo e guardi il mondo da lassù , tutto cambia prospettiva , radicalmente…. Tutto ciò che normalmente ci fa dannare l’anima , quello che riteniamo di vitale importanza , dall’alto sono solo macchie , puntini , variazioni di colore ; diventa davvero arduo capire da quella distanza , cosa conti realmente o meno….. E allora ti affidi all’istinto , o meglio , impari a vedere col cuore ; infatti quel bambino me lo confido’ il segreto di cui gli aveva fatto dono la volpe : l’essenziale è invisibile agli occhi .

Nel ’26 iniziai come pilota per l’Aeropostale : da Tolosa a Dakar è una rotta piuttosto lunga , ma non era affatto un problema ; i lunghi voli in solitaria mi permettevano meglio di riflettere , di mettere a fuoco i miei pensieri ; in quanto alla solitudine non me ne curavo affatto : talvolta , anzi , forse più spesso di quanto si pensi , si è soli anche in mezzo agli uomini…. Nel 1930 invece , il lavoro mi portò in Argentina ; anche qui accettai senza riserve ; in fondo , non si è mai contenti dove si sta ; tanto vale , quando si può , cambiare aria .

Intanto gli anni passavano : tutte le mie riflessioni mi stimolarono a farne dei libri , i quali ebbero una risposta lusinghiera ; nel frattempo l’Aeropostale venne assorbita dalla nascente Air France . Poi nel ’33 avvenne l’incidente di cui accennavo prima : l’aereo che precipita nel deserto e il mio incontro con quel bambino ; checché ne dicano dottori o cattedrati vari . Allora , presi una decisione : iniziai a tirare giù degli appunti , secondo quanto la memoria mi suggeriva ; volevo tener vivo il suo ricordo , come quello del nostro incontro e della nostra amicizia ; da una parte mi piaceva pensare a lui , anche se a volte affiorava tristezza o malinconia ; come lui stesso m’insegno’ , è il rischio nel creare dei legami : si può anche arrivare a piangere se ci si è lasciati ” addomesticare “….

Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, ripensai a quando diceva che gli uomini non hanno immaginazione e ripetono tutto ciò che si dice loro ; il mondo era sull’orlo del precipizio , gli uomini ” adulti ” invocavano la guerra , e gli altri vi si adeguavano… È vero , anch’io vi presi parte , ma non avevo in testa alcun desiderio di sopraffazione o egemonico , soltanto difendere la mia terra da un’aggressione nemica , tutto qui . Io sarei anche entrato in una squadriglia di caccia , ma mi fu precluso per via della mia età ( non ero più un ragazzino e non ero in uno stato psicofisico impeccabile ) e quindi mi misero alle ricognizioni , sempre nei cieli , come era stato il destino della mia vita . In seguito ,quando gli alleati presero possesso del nord Africa , entrai nelle loro forze aeree : un modo per tornare in Francia .

Una volta in Corsica, meditare sulle parole del mio giovane amico, mi suggerì una folle idea : ” i bambini sanno quello che cercano “ ; già…ripensai , loro non sono ancora stati corrotti dal mondo degli adulti , dal mondo delle ” cose serie ” ; se le loro cose serie sono queste , non fa altro che rafforzare una mia vecchia convinzione , e cioè che mi rattristerà sempre essere diventato grande… Quindi , quel 31 luglio del 1944 mi alzai in volo dalla base di Borgo in Corsica , ufficialmente con destinazione Lione ; missione di ricognizione .

Però io ho un altro piano : sparirò ed insieme al mio aereo svanirò nel nulla ; purtroppo durante una guerra è pieno di gente della quale si perde ogni traccia. Quando incontrai il mio giovane amico nel deserto , ricordo alla perfezione il punto esatto in cui cadde sulla terra dalla sua stella , con la mia esperienza sarà semplice arrivarci .

Il mondo degli adulti non mi ha mai particolarmente entusiasmato , ma la piega presa in questi ultimi anni , mi disgusta , non fa per me. Ho bisogno di ritrovare il mio amico , delle sue risate e dei suoi silenzi , e sono certo che quando mi vedrà , capirà ; del resto me lo ha insegnato proprio lui : i bambini capiscono…. E se il suo pianeta fosse davvero troppo piccolo per tutti e due ? Non credo proprio ! Al limite , ci stringeremo quel minimo per starci entrambi ; in fondo , tra amici funziona così….

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Autore: remogandolfi

Amo gli ultimi. Quelli spesso perdenti, autodistruttivi, sfigati fino all'inverosimile. Qui proverò a raccontare qualche piccola storia dei tanti che ho amato, nello sport, nella musica e nel cinema. Accompagnato da tanti amici con le mie stesse passioni.

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