di DIEGO MARIOTTINI
Francesco Flachi sa giocare a pallone. Francesco Flachi ha numeri tecnici superiori alla media e può diventare una forza del calcio italiano. Francesco Flachi si è giocato la carriera per futili motivi. Che sia per doping o per “consumo personale”, poco cambia. Flachi è la riprova che nel calcio, come nello sport in genere, il talento da solo non basta. Un errore come il suo cambia tutto in un attimo. La scelta è nella prima mossa, dopo di quella il libero arbitrio non è più libero. Anche riscattarsi e cambiare è importante, sì, ma quel che è fatto è fatto e indietro non si torna. Nel mondo calcistico, ci sono state altre squalifiche per giocatori anche di grandi capacità tecniche, che hanno attraversato il tunnel della droga. Alla metà degli anni 90 il giovane Flachi sembra un predestinato al successo: ha piedi buoni, visione di gioco, ha perfino la faccia giusta per diventare un personaggio popolare. La sua formazione tecnico-tattica si completa con la squadra della sua città natale, la Fiorentina, e in Nazionale Under 18 le qualità di quella mezzapunta saltano subito all’occhio. Del resto, con un patrimonio di base come quello, le porte poco alla volta si aprono, e non soltanto quelle del campo.
OH, FIORENTINA. Classe 1975, esordisce in maglia viola nel 1993. La squadra è in Serie B ma guadagna subito la promozione, con Flachi che fa il suo primo campionato da professionista segnando 2 reti in 10 partite. L’anno dopo arriva anche l’esordio in Serie A, contro il Cagliari. E’ il 4 Settembre 1994. Nel 1996 Flachi e la Fiorentina prendono strade diverse, almeno in principio. Viene ceduto al Bari, in Serie B. Le qualità del ragazzo vengono ovviamente fuori (21 presenze, 3 gol) e la società, dopo un altro prestito di 6 mesi all’Ancona (17 gare, 10 gol) si decide a riprenderlo nella rosa. È il 1998. Al suo ritorno però, la situazione in casa viola è caotica e la strada per lui è tutt’altro che spianata. Sulla panchina trova Giovanni Trapattoni. Il rapporto tra i due non è eccellente. Non è, come avrà sostenuto qualcuno, che ci sia incompatibilità di carattere, il problema è un altro: per il ragazzo non c’è proprio spazio. In quegli anni “la Viola” può contare su due giganti del pallone come Batistuta ed Edmundo, oltre che su “Spadino”Robbiati e Luis Oliveira. Insomma, giocatori (almeno i primi due) contro i quali è davvero impossibile competere.
GENOVA PER LUI. Nel campionato 1998/99 Flachi non scende mai in campo e con 34 apparizioni totali e 4 reti siglate (tutte nel periodo 1993-96) può dire definitivamente addio alla sua Firenze. Ma il grande amore della carriera è qualche centinaio di chilometri a nord: la Sampdoria. Tanto per cambiare Flachi deve ripartire dalla serie B. Inizialmente la strada sembra in salita anche a Genova: poche le presenze al primo anno con Giampiero Ventura, ma nonostante ciò riesce a fare gol per 5 volte. Missione fallita però, i blucerchiati restano in B. L’anno dopo arriva Gigi Cagni e il cambio di guida tecnica equivale alla conquista di un posto da titolare: le 17 reti segnate in 34 presenze lo pongono in alto nella classifica cannonieri della Serie B. Flachi non è né particolarmente alto né particolarmente prestante, ma sa compensare sul piano tecnico. Una limatina all’esuberanza caratteriale potrebbe davvero aiutarlo a esplodere, ma non sempre si può avere tutto. Nel 2001-2002 la stagione regala più dolori che gioie: il club si salva solo alla terzultima giornata dalla possibile retrocessione in Serie C. L’unica nota lieta è ancora lui, Francesco Flachi, che conferma le sue qualità con 16 gol in 37 gare giocate.
IDOLO. Il feeling tra la Genova sampdoriana e il ragazzo fiorentino è ormai saldo: per i tifosi Flachi è un idolo e l’acquisizione della maglia numero 10 è l’unica conseguenza possibile per il giocatore, vero e proprio trascinatore della squadra. Arriva Riccardo Garrone e le cose cambiano. Il nuovo Presidente investe sul mercato in modo massiccio e regala all’allenatore Walter Novellino una rosa che potrebbe già competere in Serie A. Missione compiuta, stavolta, con Flachi che contribuisce con forza alla risalita, realizzando 9 gol in 35 presenze. Nella prima parte della stagione successiva Flachi finisce spesso in panchina, ma Novellino sembra riuscire a mescolare bene le carte nella seconda frazione di Campionato. Flachi si ritrova e regala spettacolo in coppia con Fabio Bazzani. La Sampdoria conquista una tranquilla salvezza con l’ottavo posto finale, e il tandem Flachi-Bazzani produce 23 realizzazioni, quasi la metà di quelle complessive. L’anno successivo vede i doriani tornare in Europa dopo 8 anni di assenza, in Coppa Uefa, al termine di un testa a testa contro l’Udinese di Spalletti per la quarta posizione Champions. Alla fine la spuntano i friulani, ma la soddisfazione per la stagione appena conclusa è comunque grande. La quinta posizione è, ovviamente, merito anche del numero 10 sampdoriano: stavolta i gol sono 14, in 35 partite. La stagione 2005-2006 si rivela di transizione: la Samp cala di rendimento rispetto all’annata precedente ma guadagnare la salvezza non è un problema. I numeri di Flachi sono sempre buoni, così come l’intesa con il suo nuovo compagno di reparto Emiliano Bonazzoli, simile per tipologia fisica e di gioco a Bazzani. È la stagione in cui il numero 10 arriva a raggiungere e superare i 100 gol segnati con la maglia sampdoriana. Francesco Flachi ha raggiunto il suo massimo. E’ in forma, si guadagna persino una convocazione in Nazionale. Sfortunatamente, come tutti gli esseri umani, neanche lui risulta esente da vizi e da errori consequenziali. I suoi però, veri o presunti che siano, gli rovinano la carriera, anzi la stroncano.
LA PRIMA SQUALIFICA. Il 21 settembre del 2006 Flachi viene squalificato per 2 mesi poiché nell’aprile del 2005 aveva chiesto “informazioni” sul derby Roma-Lazio, finito poi 0-0. Quello in cui Cassano e Liverani confabulano a centrocampo con la mano davanti alla bocca perché il labiale non sia leggibile. Viene condannato anche il suo compagno di squadra Morris Carrozzieri. Calcioscommesse, dunque. “Ma giuro su quanto ho di più caro al mondo che non ho mai scommesso in vita mia” spiegherà anni più tardi Flachi. “Qualcuno mi mise in mezzo e venni sanzionato. Insomma: giocavo nella Samp, ero nel momento migliore della mia vita, mi si stavano spalancando le porte della Nazionale. Non ce l’ho fatta a reggere questa mazzata: ho reagito da bambino cedendo a una debolezza che poi, una volta tornato in campo, non ho più saputo contrastare. E dire che a pallone ci sapevo giocare anche bene”. Flachi torna in campo a novembre, l’affetto della curva blucerchiata è sempre lo stesso. Ma lo scandalo ha lasciato il segno. Flachi sigla l’ultimo gol con la Sampdoria su calcio di rigore, contro il Livorno. È il 20 dicembre 2006 e la partita finisce in goleada, 4-1. Gioca l’ultima gara in blucerchiato l’11 febbraio 2007, l’avversario è l’Ascoli e finisce 2-0 per la Sampdoria. In totale Flachi mette a segno con la Sampdoria 112 reti in 250 presenze complessive. Dopo due inarrivabili come Mancini e Vialli, è al terzo posto nella classifica dei marcatori di tutti i tempi nella Samp. Il vero incubo inizia però l’anno successivo.
LA SECONDA. Francesco Flachi viene trovato positivo alla cocaina dopo un Sampdoria-Inter del 28 gennaio 2007. È un vizio di cui il calciatore è vittima da tempo. Le controanalisi non fanno che confermare i primi riscontri. La squalifica è di 16 mesi, allungata poi a 24. Rescissione del contratto e fine di una bella storia d’amore. Flachi non vuole mollare: per non perdere la forma si allena con il Pietrasanta, squadra di Eccellenza. L’occasione di riscatto arriva grazie all’Empoli. Si riparte di nuovo dalla Serie B, sembra destino. L’anno successivo va al Brescia. Pian piano le cose sembrano riprendere a funzionare, ma è solo un’illusione. La cocaina non è mai uscita dalla vita del giocatore e ritorna sulle prime pagine della cronaca dopo un controllo post gara con il Modena. Flachi rischia la squalifica definitiva, perché è recidivo. La punizione sarà esemplare, proprio perché recidivo:12 anni. Ormai, a 35 anni, è tutto finito. Flachi lascia il calcio giocato con 137 gol segnati in 358 partite ufficiali.“Potessi tornare indietro, mi darei delle coltellate piuttosto che fare quello che ho fatto. Ma non è possibile.”.
OGGI Francesco Flachi è un uomo di 43 anni che per fortuna ha chiuso con la droga. Nell’attesa e con la speranza di essere riabilitato, si diletta in partite di beneficenza con le Glorie Viola e ha aperto a Firenze una paninoteca e un ristorante assieme al suo amico ed ex calciatore Luca Saudati. Ha ammesso tutte le sue colpe, tutte tranne quella del calcioscommesse. Quella no, quella proprio non l’accetta. Non vuole più commettere errori banali come assumere la cocaina, non vuole più vivere di bugie e sotterfugi. Francesco Flachi spera, ed è normale che sia così, in un’altra chance nel mondo del calcio. Forse l’avrà. Magari con più sale e meno “polvere” nella zucca, stavolta.