di LISA AZZURRA MUSETTI
Vienna, secondo decennio del 1800.
All’entrata di un teatro dell’opera arriva una carrozza nera, trainata come sempre da quattro cavalli neri. Un solo uomo in quel periodo in Europa aveva l’abitudine di arrivare ai suoi concerti così: il genio genovese del violino Niccolò Paganini.
Vestito di nero, magrissimo e pallido sale sul palco ed inizia a suonare. Un uomo cieco fra il pubblico chiede quanti uomini ci siano nell’orchestra ed alla stupefacente risposta “Solo uno” … il suo volto si gela e sussurra “Allora è il Diavolo!”.
La stessa sera e sempre più spesso durante le sue esibizioni qualcuno giurerà di aver visto il Diavolo muovere l’archetto di Niccolò, l’archetto che suona un violino speciale, un Guarneri del Gesù.
Speciale e maledetto, perché le sue corde, secondo la leggenda, sono state costruite con le viscere di una delle amanti di Paganini, sacrificata al Diavolo in cambio della gloria.
Tutt’altro che bello, zoppicante e con un’andatura sbilenca il genio esce di scena fra mille applausi. Viene accolto dietro le quinte dalle sue amanti…si perché nonostante un aspetto estetico tutt’altro che piacevole nessuna donna può resistergli e lui si concede al sesso ed ad altri piaceri come l’alcool ed il gioco nel modo più totale, tanto da contrarre la Sifilide.
Morirà a Nizza, il 27 maggio del 1840 ed il vescovo, vista la sua vita peccaminosa ne vietò la sepoltura in terra sacra.
Ma le stranezze della sua vita non finiscono con la sua morte. Quando il suo corpo viene riesumato alla metà degli anni quaranta del 1900 per essere trasportato nel cimitero della Villetta di Parma il suo corpo risulta decomposto, ma il suo viso ancora perfettamente intatto.
Il terreno? La natura? Il Diavolo?
Sicuramente Paganini aveva tanti misteri, molti dei quali mai svelati…e noi non possiamo che chiudere gli occhi ed ascoltare una sua composizione … consiglio? Il Capriccio n. 24 …