STUART e DOUG sapevano scrivere …

 

di REMO GANDOLFI

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Il 19 maggio del 1996 mi trovavo esattamente nel posto dove sognavo di essere da più di una dozzina d’anni. In un pub di Dunfermline seduto ad un tavolino in compagnia del mio musicista, cantante e song-writer preferito.

Non solo.

STUART ADAMSON (è di lui che sto parlando) era anche il titolare di quel pub per cui il “nostro” tavolino era nella “little thinkin’ room” come la chiamava lui. Tutta per noi.

Due ore abbondanti di chiacchiere sullo sport (Stuart era “malato” di calcio almeno quanto il sottoscritto !) di politica (stessa linea anche qua … dittatori e “capitale” non ci entusiasmavano affatto …) e ovviamente musica.

BIG COUNTRY (il gruppo di cui era leader Stuart) ma non solo.

“Stuart, c’è un gruppo che negli ultimi tempi ti è piaciuto davvero ?” gli ho chiesto ad un certo punto.

Si c’è. E la cosa di loro che apprezzo di più e che non hanno scritto una sola canzone brutta nei due dischi che hanno fatto !” … e poi sorridendo ha aggiunto “E ti garantisco che non è mica facile !”.

… rimango un attimo in silenzio.

Il cervello che lavora a mille (sempre in base alle mie possibilità ovviamente …)

Faccio un riepilogo mentale rapido.

Del “Grunge” abbiamo già parlato. I PEARL JAM piacciono tantissimo sia a lui che a me ma non possono essere loro. Di dischi ne hanno già fatti tre …

Poi un’idea … no anzi un illuminazione … no anzi … un gran colpo di culo !

“Non saranno mica i GIN BLOSSOMS ?” gli chiedo.

Mi guarda con la faccia che probabilmente ho fatto io quando sono entrato nel pub e l’ho visto dietro il bancone.

Stupore PURO.

“Li conosci ???” mi chiede come se stesse parlando del nascondiglio del Sacro Graal.

“Non solo li conosco. Mi piacciono da morire !” gli rispondo io orgoglioso come un bimbo al primo giro in bici senza rotelle !

Effettivamente in Europa non credo siano molto conosciuti.

In Italia oltre al sottoscritto li conosce solo il mio amico Matteo Pigoni da Riana …

Il mio idolo ed io abbiamo gli stessi gusti musicali !

Quando lo racconterò a Max, a Nuzzi, al Besa, a Fefy e al Cagno non ci crederanno di sicuro !

A questo punto i GIN BLOSSOMS diventano l’argomento.

“Ma quanto è bella HEY JEALOUSY ?” gli chiedo io. “Ah beh, anche FOUND OUT ABOUT YOU è un capolavoro !” Mi risponde tutto infervorato il “mio amico” Stuart. Che poi aggiunge “la mia preferite comunque è PIECES OF THE NIGHT”.

Solo che mi accorgo che del gruppo so veramente poco … ma proprio poco.

Mi sto ancora crogiolando nel figurone di pochi istanti prima quando Stuart mi dice qualcosa che equivale a prendere un pugno quando sei su una gamba sola.

“Povero ragazzo. “LUI” non ce l’ha fatta” mi dice un attimo dopo.

Abbasso gli occhi. Sotto il tavolino però non c’è nulla che possa venirmi in aiuto.

Stuart ci mette un attimo a capire che … io non ho capito nulla !

“Quello che ha scritto i pezzi più belli del gruppo non ha fatto in tempo a vedere i suoi ex-colleghi raggiungere le vette delle classifiche di vendita” mi spiega Stuart.

Ormai non serve più fingere o darsi un tono.

“Cosa gli è successo ?” gli chiedo.

“Si è sparato pochi mesi dopo che lo avevano buttato fuori dal gruppo”.

Non sapevo nulla, assolutamente nulla di questa storia.

Ma è quello che aggiunge poco dopo che trasformerà una bella chiacchierata in un momento indimenticabile della mia esistenza.

“Aveva grossi problemi con la bottiglia” mi dice Stuart, che aggiunge dopo una piccola pausa “Non tutti sono stati fortunati come me”.

Sapevo che Stuart da giovane tendeva ad alzare il gomito abbastanza spesso.

Ricordavo una vecchia intervista su “Rockstar” dove ammetteva che per un po’ aveva “esagerato”.

Ma non mi aspettavo di sentire quello che mi avrebbe raccontato da quel momento in avanti.

“Quest’anno sono esattamente 13 anni che non tocco un goccio d’alcol”  mi dicee senza nascondere affatto il suo orgoglio.

E mentre lo dice porta alla bocca il suo bicchiere di Coca Cola light … mentre io guardo la “Media” che ho davanti e mi vergogno un po’.

Poi mi racconta tutto.

Come si fa con un vecchio amico.

“Stavo distruggendo i Big Country e la mia vita” mi dice guardandomi dritto negli occhi.

“Più i Big Country diventavano importanti e più bevevo. Non aveva alcun senso … eppure andava così” mi dice Stuart allargando le braccia.

Io non riesco più neppure ad aprire bocca.

E soprattutto non voglio aprire bocca !

Quando ascolti qualcosa che SAI che ricorderai per sempre anche una sola parola può spazzare via il pathos di quei momenti.

Assorbo ogni parola, ogni smorfia, ogni (meraviglioso) sorriso di Stuart.

Che poi conclude tornando sui Gin Blossoms.

“Mi dispiace davvero per quel ragazzo. Era davvero bravo a scrivere”.

DOUG HOPKINS si chiamava.

Morto suicida nel dicembre del 1993, una settimana dopo che il suo pezzo “Hey Jealousy” aveva conquistato il disco d’oro per le vendute ottenute.

 

Cinque anni dopo tutto, ma davvero tutto di quell’indimenticabile incontro, mi è tornato alla mente come se fosse accaduto il giorno prima.

Ricordo tutto anche di quel giorno di cinque anni dopo.

Comprese le lacrime che non ne volevano sapere di smetterla di riempirmi gli occhi.

Il 16 dicembre del 2001 il corpo senza vita di STUART ADAMSON era stato trovato in un albergo di Honolulu.

Circa un anno dopo il nostro incontro Stuart aveva ricominciato a bere, sempre più pesantemente e in maniera sempre più incontrollata.

E stavolta aveva perso tutto.

I Big Country, la sua bellissima famiglia e infine la sua vita.

Anche andarsene dalla Scozia, nascondersi a Nashville negli Stati Uniti, provare a ricostruirsi una carriera (i Raphaels) e una nuova vita (un matrimonio con una estetista del luogo) non sono serviti a nulla.

Neanche STUART ADAMSON, come DOUG HOPKINS, ce l’ha fatta.

… e anche STUART ADAMSON, vi prego di credermi, era davvero bravo a scrivere canzoni …

 

Autore: remogandolfi

Amo gli ultimi. Quelli spesso perdenti, autodistruttivi, sfigati fino all'inverosimile. Qui proverò a raccontare qualche piccola storia dei tanti che ho amato, nello sport, nella musica e nel cinema. Accompagnato da tanti amici con le mie stesse passioni.

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