di DIEGO D’AVANZO
Heswall: il rifugio estivo degli imprenditori di Liverpool che vogliono rischiararsi i
polmoni, a soli 20 minuti di macchina dalle ciminiere del fiume Mersey, e a pochi passi
dal freddo (ma pulito) Mare d’Irlanda. In questo luogo nasce nel 1939 John Parker
Ravenscroft.
Toffees o Reds? Le opzioni sono queste ma il richiamo dei “Busby Babes” è forte,
difatti nella Boarding School: “Eravamo in 80 e 78 tifavano Manchester United,
l’altro odiava il calcio”. Nè una molestia sessuale subita nè la spirale del silenzio lo
ammutoliscono, anzi, l’unico rosso che può vedere è solo quello del Liverpool.
La smania per i calci al pallone sulla schiena di suo fratello è forte come quella per la
musica, entrambe fomentate negli Stati Uniti dove si trasferisce dopo il servizio
militare. I lavori sono tanti ma nessuno gli riesce bene come la radio e il suo accento
di Liverpool non è più un difetto, una band di quattro ragazzi sta spopolando in tutto il
mondo e lui finge di esserne amico intimo: diventa ospite fisso in diversi
programmi.
John torna in Inghilterra con progetti diversi e una moglie 15enne, matrimonio
controverso negli States e illegale in Gran Bretagna, il trapianto culturale suscita un
rigetto istantaneo e il divorzio è l’unica cura.
Nel 1967 entra nella “Radio London” e si presenta come John Peel, pseudonimo con
cui si sposta alla “BBC Radio 1” per diventare un talent scout musicale con il
programma “Top Gear”. L’occhio e l’orecchio sono già allenati da bambino perché
individuare Billy Liddell (300 gol con il Liverpool) sul gremito bus verso Anfield Road
non è facile, spingere per avvicinarsi ancor di meno, e riconoscerlo solo dal suono
della camminata è (quasi) impossibile. E che sia il rumore di una scarpa, una chitarra
o una voce… John Peel sa scegliere quello giusto.
15 dicembre 1967: ospite Jimi Hendrix. 24 dicembre: un 20enne David Bowie.
David Bowie canta 6 pezzi nel 1967, registrazioni rilasciate solo nel 2014
Le trasmissioni continuano e, tra la scoperta dei Sex Pistols e la presenza di Bob
Marley, John Peel si trasferisce nel calmo (come lui) Suffolk con la nuova
compagna e fa la spola tra Londra e la sua Liverpool, una sola volta a settimana. John
ogni sabato all’alba diventa l’eremita di Anfield: cinque ore all’andata, due bicchieri
d’amaro, partita dei Reds, cinque ore al ritorno; senza proferire parola.
Peel s’intende di musica e ritiene che “You’ll Never Walk Alone” sia la colonna
sonora migliore per il suo secondo (e ultimo) matrimonio nel 1974, la marcia
nuziale la lascia ai veri cattolici, perchè “La differenza tra la religione e il calcio è che
del secondo puoi averne la dimostrazione ogni sabato pomeriggio, ed è una
soddisfazione enorme”.
I lunghi e muti viaggi calcistici finiscono con la nascita dei quattro figli, la paternità
limita la fede ma non la estirpa, anzi, la infonde direttamente in chi dovrà continuare
la tradizione: Alexandra Mary Anfield, Florence Victoria Shankly, Thomas James
Dalglish e William Robert Anfield sono i nomi dei bambini.
Nessuno dei suoi figli si chiama “Keegan” perchè i nomi degli Dei non si proferiscono
invano ma, proprio da Keegan, John Peel riceve in omaggio due biglietti per una
Finale di Coppa Campioni: quella sbagliata. Lui e sua moglie sono all’Heysel nel
1985 e il martirio calcistico li sfiora, il dogma di fede di Peel si allenta; rimane
presente ma deve ben tollerare quello della consorte per l’Ipswich Town.
Tempio di musica e pallone diventa la sua casa “Peel Acrees” nel Suffolk, dove si
ospitano programmi e cantanti ma alla sola condizione che non tifino Arsenal. Passare
dalle “Peel Sessions” è il rito d’iniziazione per gli artisti inglesi e tutti vanno in
pellegrinaggio anche negli anni ’90.
Superati i 60 anni la sua fama aumenta anche tra i ragazzi: età diverse con le
medesime orecchie che non si ovattano nel passato ma s’aprono al prossimo
innamoramento, al prossimo talento che stupirà solo chi sarà in grado di
comprenderlo. John Peel filtra il tutto e insegna cultura musicale a chi è troppo
giovane e dà ripetizioni di “presente” a chi si rifiuta di viverlo, quasi sempre da
casa sua. Come nel calcio in cui lui non correva ma era “Tremendamente bravo a fare
gli assist”.
L’unico sogno di Peel che si fa vincere dall’età è quello di non poter giocare nel
Liverpool: “Teenage Dreams, so hard to beat” è difatti la colonna sonora che
accompagna e finisce la sua partita a 65 anni.
Il destino fischia tre volte nel 2004 con un infarto mentre è in Perù, due anni dopo
aver saputo di essere il 43° Britannico più importante secondo la BBC: davanti a
Bobby Moore, David Bowie e Re Artù. Perchè John ha vissuto a metà tra calcio e
musica, con un segnaposto fisso alla Tavola Rotonda di entrambi.