MARCO PIERRE WHITE: Cocaina e pepe quanto basta.

di LISA AZZURRA MUSETTI

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L’alta cucina è l’ambiente con il più alto tasso di rischio di dipendenza dalla droga perché certi ritmi,  a volte,  sono folli. “

Questa è la dichiarazione che Gordon Ramsey fece durante una delle puntate del suo celebre programma televisivo  “Cucine da incubo”. Certo è difficile pensare che possa essere riferita a se stesso,  ma indubbiamente un riferimento al suo maestro e mentore c’è eccome.

Marco Pierre White.

Marco nasce a Leeds,  l’11 Dicembre del 1961 da madre di origine italiana e dal padre,  cuoco inglese.  Grazie al lavoro di suo padre Marco si appassiona alla cucina ma lascia la scuola alberghiera Allerton High School a soli sedici anni e si trasferisce da solo a Londra. Da quel momento inizia la sua ascesa come chef e la sua discesa come uomo.

Salta da un ristorante pregiato all’altro dove impara tutto in modo molto veloce… ma anche da uno spacciatore all’altro. I ritmi lavorativi dell’alta cucina sono pazzeschi ed il giovane Marco resta in piedi come puo’: grazie al suo da subito espresso geniale talento ed a dosi su dosi di cocaina. Nonostante questa sua forte dipendenza il suo talento lo porta ad aprire il suo primo ristorante londinese nel 1987, l’Harvey e poco dopo un secondo,  il Marco Pierre White.  Fra una riga di bianca coca,  una di bianco sale ed una di bianco zucchero Marco divenne il primo chef britannico a ricevere tre Stelle Michelin.

Pierre White però è lungi dall’essere un semplice ottimo chef,  è la prima vera rockstar dei fornelli : droga, alcool e belle donne sono le cose di cui preferisce circondarsi.  Non era strano trovarlo in “situazioni molto intime” con le clienti dei suoi locali, oppure vederlo lanciare piatti o addirittura coltelli dietro a qualche componente della sua brigata di cucina, men che meno trovarlo completamente ubriaco ad inizio servizio ma al tempo stesso così lucido da non sbagliare un dosaggio di sapori o un impiattamento.

Nel 1999 decise di ritirarsi dalla cucina, ripulirsi dalle droghe e gestire da lontano i suoi,  ormai molti, ristoranti in giro per il mondo.  Al giorno d’oggi compare spesso in diversi show televisivi con una compostezza ed un cipiglio difficile da credere per una persona con alle spalle tre matrimoni falliti,  una vita da star dello show business e che si è spesso trovato con un piede oltre l’orlo del precipizio definitivo.

Come dicevano gli AC/DC :“It’s a long way to the top if you wanna rock ‘n’roll”.

In questo caso sarebbe meglio dire: “It‘s a long way to the top if you wanna cook ‘n’roll.”

Autore: remogandolfi

Amo gli ultimi. Quelli spesso perdenti, autodistruttivi, sfigati fino all'inverosimile. Qui proverò a raccontare qualche piccola storia dei tanti che ho amato, nello sport, nella musica e nel cinema. Accompagnato da tanti amici con le mie stesse passioni.

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